TESS/NASA new discovery

SCOPERTA DI UN PIANETA EXTRASOLARE TOI 1266

Abbiamo il piacere di presentare la scoperta e la caratterizzazione di un sistema planetario identificato con il codice TOI-1266, scoperto per la prima volta dalla fotometria TESS. Abbiamo confermato la natura planetaria dei transiti attraverso osservazioni di follow-up a terra, inclusa la fotometria di serie storiche, immagini ad alta risoluzione angolare, spettroscopia e immagini d’archivio.

Si tratta di una super-Terra e un pianeta di dimensioni inferiori a Nettuno che transitano tra il luminoso (K = 8,8), il quieto e il vicino (37pc) M3V nano TOI-1266. Convalidiamo la natura planetaria di TOI-1266 utilizzando quattro settori di fotometria TESS e dati dal telescopio SAINT-EX da 1 m appena immesso situato a San Pedro Mártir (Messico). Includiamo anche ulteriori fotometrie di follow-up a terra, tra cui quelle dell’osservatorio Canis Major sito in Castelnuovo Magra Italy, così come spettroscopia ad alta risoluzione e osservazioni di imaging ad alta angolazione. Il pianeta interno, più grande, ha un raggio di R = 2,37 + 0,16 −0,12 R⊕ e un periodo orbitale di 10,9 giorni. Il pianeta esterno, più piccolo ha un raggio di R = 1,56 + 0,15 -0,13 R⊕ su un’orbita di 18,8 giorni. Le temperature di equilibrio di entrambi i pianeti sono rispettivamente di 413 ± 20 K e 344 ± 16 K

La luminosità dell’host è trascurabile e l’attività combinata con l’architettura del sistema planetario e rapporti radio-stella favorevoli rendono TOI-1266 un sistema perfetto per dettagli e caratterizzazione. TOI-1266 rappresenta un’opportunità, vicino al fondo della sequenza principale, per studiare gli interni e le atmosfere di due pianeti appartenente allo stesso sistema che ha sperimentato percorsi evolutivi distinti.

Scoperto il primo pianeta orbitante intorno a una stella nana bianca. Passo in avanti nella ricerca di nuovi mondi

Può un pianeta sopravvivere ai cambiamenti della stella intorno a cui orbita? La risposta a questa domanda è stata a lungo cercata e oggi finalmente possiamo dire “Sì!”.

Gli scienziati, utilizzando i dati del satellite della NASA TESS, hanno rivelato il primo segnale proveniente da un pianeta intatto, chiamato WD 1856 b, in orbita intorno a una nana bianca. Lo studio, pubblicato oggi su Nature dagli astronomi delle University of Kansas e Wisconsin-Medison, apre nuove prospettive sulla storia e sul destino dei miliardi di mondi intorno ad altre stelle.

Jupiter Sized Planet Found Orbiting White

Questa scoperta sorprendente apre una serie di domande riguardo al destino di pianeti che orbitano intorno a stelle destinate a diventare nane bianche, come nel caso del nostro Sole. Le nane bianche, infatti, non sono altro che le vestigia di stelle simili al Sole. Stelle di dimensioni relativamente piccole (approssimativamente le stesse della Terra) di colore tendente al bianco e con una luminosità molto bassa. Queste rappresentano l’ultima fase dell’evoluzione di stelle piccole e medie che non avendo più “carburante” da bruciare perdono l’energia interna in grado di contrastare la spinta gravitazionale e quindi collassano. Questo processo in genere è talmente violento da “divorare” i pianeti intorno alla stella lasciando solo detriti. Ma non nel caso di WD 1856 b!

Le osservazioni fatte suggeriscono che inizialmente il pianeta si trovava ad una distanza molto maggiore dalla stella e che nell’evoluzione in nana bianca questa abbia ingurgitato tutto quello che era più vicino e attratto quello che era più distante.

“Questo ci dice che le nane bianche possono avere pianeti, che è una cosa che finora non sapevamo” dice Ian Crossfield, assistant professor di fisica e astronomia alla University of Kansas. “Ora ci sono persone che stanno cercando pianeti in transito intorno alle nane bianche che possono essere potenzialmente abitabili. Sarebbe un sistema molto strano e bisogna pensare a come i pianeti siano in realtà sopravvissuti per tutto quel tempo. Ma è un universo grande! Ora almeno sappiamo che alcuni pianeti possono sopravvivere e possono essere trovati, questo dà maggiore sostegno e maggiore interesse nel continuare la ricerca di pianeti anche più piccoli intorno a queste nane bianche.”

WD 1856 b è un pianeta di dimensioni simili a Giove lontano 80 anni luce da noi, nella costellazione del Dragone. Il sistema pianeta-stella è particolare, siamo nella situazione in cui il pianeta è più grande della stella intorno a cui orbita con una velocità elevatissima. Un pianeta da incubo …Dove un anno dura solo un giorno e mezzo!

Alla ricerca di esopianeti

Se di notte alziamo lo sguardo al cielo c’è una sola cosa di cui possiamo essere certi: ogni stella che vediamo ospita almeno un pianeta!

Il telescopio TESS (Transiting Exoplanet Survey Satellite) della NASA è stato costruito appositamente per aiutare gli scienziati nella ricerca di esopianeti, nuovi mondi al di là del sistema solare.

TESS è in grado di scovare pianeti semplicemente osservando con attenzione le stelle.  Misurando per settimane la luce emessa da una stella si può capire se esiste qualcosa che le orbita intorno.

“Se un pianeta orbita intorno a una stella, e se il pianeta passa fra te e la stella, una parte della luce emessa dalla stella viene bloccata. Una volta che l’esopianeta è passato la stella diventa di nuovo più brillante – noi chiamiamo questo fenomeno transito del pianeta. E’ così che TESS cerca gli esopianeti. Ti dice che c’è qualcosa, ma non ti dice necessariamente cosa. Potrebbe anche essere una stella fioca che sta passando lì davanti invece di un pianeta.” Dice Crossfield.

Per capire se effettivamente si tratta di un pianeta in transito o di una stella debole, gli scienziati si aiutano con altri strumenti in grado di misurare l’emissione infrarossa di questi oggetti astronomici.

Visto che le stelle sono genericamente più calde dei pianeti ci si aspetta che se osservate con un telescopio nell’ infrarosso le stelle siano brillanti mentre i pianeti sembrano più spenti.

In questo caso, lo strumento usato dagli scienziati per capire cosa stavano osservando è stato lo Spitzer Space Telescope della NASA.

“Non abbiamo rivelato alcuna luce del pianeta, nemmeno nell’ infrarosso. Questo ci dice che il pianeta è estremamente freddo, fra i più freddi che abbiamo mai trovato” dice Siyi Xu, uno dei ricercatori che ha partecipato alla scoperta. La superficie di W 1856 b si trova, infatti, a circa 17°C, una temperatura molto simile a quella della Terra.

Questa scoperta suggerisce che i pianeti possono finire o dentro o vicino la “zona abitabile” della nana bianca e che possono potenzialmente ospitare vita anche dopo la morte della loro stella.

“Stiamo progettando futuri lavori per studiare l’atmosfera di questo pianeta con Gemini North” conclude Xu. “Più riusciamo a imparare sui pianeti come W1856 b e più possiamo scoprire riguardo il simile destino che il nostro Sistema Solare avrà fra 5 miliardi di anni quando il Sole diventerà una nana bianca”.

LHS 1903/TOI-1730 discovery paper

Per vedere l’articolo andare su questo link:

https://drive.google.com/file/d/1Y1HILqay4REci0IEh6kU8FqOTYtmAq_Q/view?usp=sharing

TOI- 238 – NEW DISCOVERY

TIC 238611475.01 (TOI-0.11) on UT2020.12.03 from LCO-SAAO-0.4m in gp

Roberto Zambelli/LCO-SAAO-0.4m analyzed a full on 20201203 in gp and detected an ~on time ~56 ppt transit in an uncontaminated 5.7″ target aperture.

Here’s the new revised version of the paper

Download the PDF here: https://1drv.ms/b/s!AvRFptpPOuRiwa8WQ1A7dbNw7MEWjA?e=yptuxt

Wolf 327b: A new member of the pack of ultra-short-period super-Earths around M dwarfs

Annoveriamo una nuova scoperta.

I pianeti con periodi orbitali inferiori a 1 giorno sono rari e hanno storie di formazione che non sono completamente comprese. I pianeti di piccolo periodo (Rp < 2 R⊕) ultracorti (USP) sono altamente irradiati, probabilmente hanno composizioni rocciose con un’alta densità apparente e si trovano spesso in sistemi multi-planetari  Inoltre, i pianeti USP che si trovano intorno a piccole stelle sono ottimi candidati per la caratterizzazione utilizzando la strumentazione attuale.

A causa della loro breve distanza tra il pianeta e la stella, sperimentano livelli di irradiazione dell’ordine di centinaia o migliaia di volte più forti rispetto a quelli terrestri, e sono quindi soggetti a temperature estreme. Questi pianeti hanno tipicamente piccole dimensioni, con raggi planetari fino a Rp < 2 R⊕  e sembrano avere composizioni per lo più simili alla Terra , alcune delle quali mostrano anche densità potenziate dal ferro.

I pianeti rocciosi USP altamente irradiati possono offrire un’opportunità unica per studiare la superficie e la composizione interna degli esopianeti con la strumentazione attuale. I pianeti con temperature superficiali superiori a ∼1100 K avranno probabilmente grandi regioni fuse poiché questo intervallo di temperatura è  per composizioni simili alla Terra. Questo intervallo di temperatura superficiale può essere raggiunto dai pianeti USP a causa dei loro brevi periodi orbitali e perché sono molto probabilmente agganciati alla loro stella. Anche se USP “pianeti rocciosi” probabilmente perdono le loro atmosfere primordiali nelle prime fasi della loro formazione a causa degli effetti dell’attività stellare e dei venti della loro stella ospite.

L’articolo completo può essere scaricato qui: https://urldefense.com/v3/__http://arxiv.org/abs/2401.12150__;!!D9dNQwwGXtA!RI4_rQDgrxEYjk2s5_NPIAm4tFBjuYWsqa0U0pzpcHr2ifE4IN2V3sdpZLFf01xv-Ah09jBjUpoCIKs$

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